Handbook:X86/Installation/Media

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Manuale X86
Installazione
Riguardo l'installazione
Il mezzo d'installazione
Configurare la rete
Preparare i dischi
Installare lo stage3
Installare il sistema base
Configurare il kernel
Configurare il sistema
Strumenti di sistema
Configurare l'avviatore
Ultimare l'installazione
Lavorare con Gentoo
Introduzione a Portage
Opzioni USE
Funzionalità di Portage
Sistema script di init
Variabili d'ambiente
Lavorare con Portage
File e cartelle
Variabili
Mixare i rami del software
Strumenti aggiuntivi
Repositorio pacchetti personalizzato
Funzionalità avanzate
Configurare la rete
Come iniziare
Configurazione avanzata
Networking modulare
Wireless
Aggiungere funzionalità
Gestione dinamica

Prima di cominciare, elenchiamo i requisiti hardware necessari per installare correttamente Gentoo su un'architettura x86.


Minimal CD LiveDVD
CPU i486 or later i686 or later
Memory 256 MB 512 MB
Disk space 2.5 GB (excluding swap space)
Swap space At least 256 MB

The X86 project is a good place to be for more information about Gentoo's x86 support.


Mezzo di installazione di Gentoo Linux

Suggerimento
While it's recommended to use the official Gentoo boot media when installing, it's possible to use other installation environments. However, there is no guarantee they will contain required components. If an alternate install environment is used, skip to Preparing the disks.

CD d'installazione minimale

Il CD di installazione minimale è un'immagine avviabile: contenente un ambiente Gentoo auto-sostenuto. Permette agli utenti di avviare Linux dal CD o da altri mezzi di installazione. Durante il processo di avvio viene rilevato l'hardware e vengono caricati i driver necessari. L'immagine è mantenuta dagli sviluppatori di Gentoo e consente a chiunque di installarlo purché sia disponibile una connessione ad Internet.

Il CD di installazione minimale è chiamato install-x86-minimal-<release>.iso.

The Gentoo LiveGUI

Some users may find it easier to install Gentoo using the LiveGUI, which provides a KDE desktop environment. In addition to providing a useful graphical environment, the LiveGUI has more kernel modules and firmware, which can help with using modern Wi-Fi chipsets.

Nota
The Gentoo LiveGUI USB image is built for amd64 and arm64 platforms weekly.

Gli archivi stage per l'installazione

Un tarball stage3 è un archivio contenente un ambiente Gentoo minimo specifico per il profilo. I tarball Stage3 sono adatti per continuare l'installazione di Gentoo usando le istruzioni in questo manuale. In precedenza, il manuale descriveva l'installazione utilizzando uno dei tre stage tarball. Gentoo non offre più tarball stage1 e stage2 per il download poiché questi sono principalmente per uso interno e per il bootstrap di Gentoo su nuove architetture.

Gli archivi stage3 si possono trovare seguendo il percorso releases/x86/autobuilds/ su uno dei mirror di Gentoo ufficiali. I file stage vengono aggiornati frequentemente e non sono inclusi nell'immagine ufficiale per l'installazione.

Suggerimento
For now, stage files can be ignored. They will be described in greater detail later when they are needed
Nota
Historically, the handbook described installation steps for stage files with versions lower than 3. These stages contained environments unsuitable for typical installations, and are no longer covered in the handbook.

Download

Scaricare il supporto

I mezzi di installazione predefiniti utilizzati da Gentoo Linux sono i CD minimali di installazione, che ospitano un ambiente Gentoo Linux avviabile e molto piccolo. Questo ambiente contiene tutti gli strumenti appropriati per installare Gentoo. Le stesse immagini dei CD si possono scaricare dalla pagina dei download (raccomandata) o navigando autonomamente fino alla posizione del file ISO su uno dei tanti mirror disponibili.

Navigating Gentoo mirrors

Se si scarica da un mirror, il CD di installazione minimale si potrà trovare così:

  1. Entrare nella cartella releases/.
  2. Scegliere la cartella relativa alla propria architettura (come x86/).
  3. Scegliere la cartella autobuilds/.
  4. Per le architetture amd64 e x86 scegliere rispettivamente la cartella current-install-amd64-minimal/ o la cartella current-install-x86-minimal/. Per tutte le altre architetture entrare nella cartella current-iso/.
Nota
Alcune architetture come arm, mips, e s390 non hanno un CD d'installazione minimale. Al momento il Progetto ingegneristico di rilasci di Gentoo non supporta la creazione di file .iso per queste architetture.

All'interno di quest'ultima cartella, il file immagine per l'installazione è quello con il suffisso .iso. Per esempio, si dia un'occhiata alla seguente lista:

CODE Lista d'esempio dei file scaricabili su releases/x86/autobuilds/current-iso/
[DIR] hardened/                                          05-Dec-2014 01:42    -   
[   ] install-x86-minimal-20141204.iso                 04-Dec-2014 21:04  208M  
[   ] install-x86-minimal-20141204.iso.CONTENTS        04-Dec-2014 21:04  3.0K  
[   ] install-x86-minimal-20141204.iso.DIGESTS         04-Dec-2014 21:04  740   
[TXT] install-x86-minimal-20141204.iso.DIGESTS.asc     05-Dec-2014 01:42  1.6K  
[   ] stage3-x86-20141204.tar.bz2                      04-Dec-2014 21:04  198M  
[   ] stage3-x86-20141204.tar.bz2.CONTENTS             04-Dec-2014 21:04  4.6M  
[   ] stage3-x86-20141204.tar.bz2.DIGESTS              04-Dec-2014 21:04  720   
[TXT] stage3-x86-20141204.tar.bz2.DIGESTS.asc          05-Dec-2014 01:42  1.5K

Nell'esempio soprastante, il file install-x86-minimal-20141204.iso è proprio il CD di installazione minimale. Ma come si può osservare, esistono anche altri file:

  • Un file .CONTENTS che contiene una lista di tutti i file disponibili nel supporto di installazione. Può essere molto utile per verificare se sono inclusi alcuni driver senza dover scaricare l'immagine ISO.
  • Un file .DIGESTS che contiene i checksum delle varie immagini ISO, in vari algoritmi. Può essere utilizzato per verificare l'integrità dell'immagine ISO scaricata.
  • Un file .DIGESTS.asc che contiene, oltre ai checksum delle immagini ISO (come nel file .DIGESTS), anche la firma crittografica dei file. Può essere usato, oltre che per verificare l'integrità, per verificare che l'immagine ISO provenga effettivamente dal team di Gentoo e che non sia stata modificata.

Si ignorino per ora gli altri file disponibili in questa posizione - quelli verranno indicati con il procedere dell'installazione. Scaricare il file .iso e, se si desidera la verifica di quanto scaricato, scaricare anche il file .DIGESTS.asc relativo al file .iso. Non è necessario scaricare anche il file .CONTENTS, in quanto queste istruzioni di installazione non vi si riferiranno più, ed il file .DIGESTS dovrebbe contenere le stesse informazioni di .DIGESTS.asc, a parte una firma che quest'ultimo file contiene all'inizio.

Suggerimento
The .DIGESTS file is only needed if the signature in the .iso.asc file is not verified.

Verificare i file scaricati

Nota
Questo è un passaggio facoltativo e non è necessario per l'installazione di Gentoo Linux. Tuttavia, è raccomandato assicurarsi che il file scaricato non sia corrotto e sia effettivamente fornito dalla squadra dell'infrastruttura di Gentoo.
  1. Per prima cosa, viene convalidata la firma crittografica per assicurarsi che il file di installazione sia fornito proprio dalla squadra ingegneristica di rilasci Gentoo
  2. Se la firma crittografica viene validata, si verifica che la somma di controllo (checksum) del file scaricato non sia corrotta

Verifica su un sistema Microsoft Windows

Per verificare prima la firma crittografica, è possibile utilizzare strumenti come GPG4Win. Dopo l'installazione, è necessario importare le chiavi pubbliche della squadra Gentoo Release Engineering. L'elenco delle chiavi è disponibile nella pagina delle firme. Una volta importate, l'utente potrà così verificare la firma del file .DIGESTS.asc.

Verifica su un sistema Linux

Su un sistema Linux, il metodo più comune per verificare la firma crittografica consiste nell'usare app-crypt/gnupg. Con questo pacchetto installato, possono essere usati i seguenti comandi per verificare la firma del file .DIGESTS.asc.

Suggerimento
When importing Gentoo keys, verify that the fingerprint (BB572E0E2D182910) matches.

Per prima cosa, si scarichi il giusto insieme di chiavi rese disponibili sulla pagina delle firme (signature):

user $gpg --keyserver hkps://keys.gentoo.org --recv-keys 0xBB572E0E2D182910
gpg: requesting key 0xBB572E0E2D182910 from hkp server pool.sks-keyservers.net
gpg: key 0xBB572E0E2D182910: "Gentoo Linux Release Engineering (Automated Weekly Release Key) <releng@gentoo.org>" 1 new signature
gpg: 3 marginal(s) needed, 1 complete(s) needed, classic trust model
gpg: depth: 0  valid:   3  signed:  20  trust: 0-, 0q, 0n, 0m, 0f, 3u
gpg: depth: 1  valid:  20  signed:  12  trust: 9-, 0q, 0n, 9m, 2f, 0u
gpg: next trustdb check due at 2018-09-15
gpg: Total number processed: 1
gpg:         new signatures: 1

In alternativa puoi usare invece WKD per scaricare la chiave:

--2019-04-19 20:46:32--  https://gentoo.org/.well-known/openpgpkey/hu/wtktzo4gyuhzu8a4z5fdj3fgmr1u6tob?l=releng
Resolving gentoo.org (gentoo.org)... 89.16.167.134
Connecting to gentoo.org (gentoo.org)|89.16.167.134|:443... connected.
HTTP request sent, awaiting response... 200 OK
Length: 35444 (35K) [application/octet-stream]
Saving to: 'STDOUT'
 
     0K .......... .......... .......... ....                 100% 11.9M=0.003s
 
2019-04-19 20:46:32 (11.9 MB/s) - written to stdout [35444/35444]
 
gpg: key 9E6438C817072058: 84 signatures not checked due to missing keys
gpg: /tmp/test2/trustdb.gpg: trustdb created
gpg: key 9E6438C817072058: public key "Gentoo Linux Release Engineering (Gentoo Linux Release Signing Key) <releng@gentoo.org>" imported
gpg: key BB572E0E2D182910: 12 signatures not checked due to missing keys
gpg: key BB572E0E2D182910: 1 bad signature
gpg: key BB572E0E2D182910: public key "Gentoo Linux Release Engineering (Automated Weekly Release Key) <releng@gentoo.org>" imported
gpg: Total number processed: 2
gpg:               imported: 2
gpg: no ultimately trusted keys found

Or if using official Gentoo release media, import the key from /usr/share/openpgp-keys/gentoo-release.asc (provided by sec-keys/openpgp-keys-gentoo-release):

user $gpg --import /usr/share/openpgp-keys/gentoo-release.asc
gpg: directory '/home/larry/.gnupg' created
gpg: keybox '/home/larry/.gnupg/pubring.kbx' created
gpg: key DB6B8C1F96D8BF6D: 2 signatures not checked due to missing keys
gpg: /home/larry/.gnupg/trustdb.gpg: trustdb created
gpg: key DB6B8C1F96D8BF6D: public key "Gentoo ebuild repository signing key (Automated Signing Key) <infrastructure@gentoo.org>" imported
gpg: key 9E6438C817072058: 3 signatures not checked due to missing keys
gpg: key 9E6438C817072058: public key "Gentoo Linux Release Engineering (Gentoo Linux Release Signing Key) <releng@gentoo.org>" imported
gpg: key BB572E0E2D182910: 1 signature not checked due to a missing key
gpg: key BB572E0E2D182910: public key "Gentoo Linux Release Engineering (Automated Weekly Release Key) <releng@gentoo.org>" imported
gpg: key A13D0EF1914E7A72: 1 signature not checked due to a missing key
gpg: key A13D0EF1914E7A72: public key "Gentoo repository mirrors (automated git signing key) <repomirrorci@gentoo.org>" imported
gpg: Total number processed: 4
gpg:               imported: 4
gpg: no ultimately trusted keys found

Poi si verifichi la firma crittografica del file .DIGESTS.asc:

user $gpg --verify install-x86-minimal-20141204.iso.DIGESTS.asc
gpg: Signature made (firma realizzata il) Fri 05 Dec 2014 02:42:44 AM CET
gpg:                using (utilizzando) RSA key 0xBB572E0E2D182910
gpg: Good signature from (firma valida di) "Gentoo Linux Release Engineering (Automated Weekly Release Key) (Chiave a rilascio settimanale automatico) <releng@gentoo.org>" [unknown]
gpg: WARNING (ATTENZIONE): This key is not certified with a trusted signature! (Chiave non certificata con una firma affidabile)
gpg:          There is no indication that the signature belongs to the owner. (Non c'è indicazione che la firma sia stata posta dai suoi proprietari)
Primary key fingerprint (Impronta digitale primaria): 13EB BDBE DE7A 1277 5DFD  B1BA BB57 2E0E 2D18 2910

Per essere assolutamente certi che ogni cosa sia valida, si confronti l'impronta alfanumerica mostrata con l'impronta sulla pagina delle firme di Gentoo.

Nota
It's generally good practice to mark an imported key as trusted, once it's certain the key is trustworthy. When trusted keys are verified, gpg will not say unknown and warn about the signature being untrusted.

Writing the boot media

Naturalmente, con il solo file ISO scaricato, l'installazione di Gentoo Linux non può iniziare. Il file ISO deve essere masterizzato su un CD così da potersi avviare tramite esso, ed in un modo tale che il contenuto del file sia scritto sul CD, non solamente il file stesso. Segue qualche metodo che si avvale di pochi comandi - un insieme più elaborato di istruzioni lo si può trovare su [posso masterizzare un file ISO?].

Writing a bootable USB

Most modern systems support booting from a USB device.

Writing with Linux

dd is typically available on most Linux distros, and can be used to write the Gentoo boot media to a USB drive.

Determining the USB device path

Before writing, the path to the desired storage device must be determined.

dmesg will display detailed information describing the storage device as it is added to the system:

root #dmesg
[268385.319745] sd 19:0:0:0: [sdd] 60628992 512-byte logical blocks: (31.0 GB/28.9 GiB)

Alternatively, lsblk can be used to display available storage devices:

root #lsblk
sdd           8:48   1  28.9G  0 disk
├─sdd1        8:49   1   246K  0 part
├─sdd2        8:50   1   2.8M  0 part
├─sdd3        8:51   1 463.5M  0 part
└─sdd4        8:52   1   300K  0 part

Once the device name has been determined, this can be added to the path prefix /dev/ to get the device path /dev/sdd.

Suggerimento
Using the base device path, ie. sdd opposed to sdd1, is recommend as the Gentoo boot media contains a full GPT partition scheme.
Writing with dd
Attenzione
Be sure to check the target (of=target) path before executing dd, as it will be overwritten.

With the device path (/dev/sdd) and boot media install-amd64-minimal-<release timestamp>.iso ready:

root #dd if=install-amd64-minimal-<release timestamp>.iso of=/dev/sdd bs=4096 status=progress && sync
Nota
if= specifies the input file, of= specifies the output file, which in this case, is a device.
Suggerimento
bs=4096 is used as it speeds up transfers in most cases, status=progress displays transfers stats.

Scrivere su disco

See also
A more elaborate set of instructions can be found in CD/DVD/BD_writing#Image_writing.

Masterizzare con Microsoft Windows

Le versioni di Microsoft Windows 7 e successive possono montare e masterizzare immagini ISO su supporti ottici senza la necessità di software di terze parti. Basta inserire un disco masterizzabile, cercare i file ISO scaricati, fare clic con il pulsante destro del mouse sul file in Esplora risorse e selezionare "Masterizza immagine disco".

Masterizzare con Linux

L'utilità cdrecord dal pacchetto app-cdr/cdrtools può masterizzare immagini ISO su Linux.

Per masterizzare il file ISO sul CD raggiungibile con /dev/sr0 (corrisponde al primo masterizzatore CD nel sistema - sostituirlo con il dispositivo corretto se necessario):

user $cdrecord dev=/dev/sr0 install-x86-minimal-20141204.iso

Gli utenti che preferiscono un'interfaccia grafica possono usare K3B, incluso nel pacchetto kde-apps/k3b. In K3B, andare su Strumenti e scegliere Masterizza immagine CD.

Avvio



Avviare il supporto di installazione

Una volta che il supporto di installazione è pronto, è il momento di avviarlo. Inserirlo nel sistema, riavviare ed entrare nell'interfaccia del firmware della scheda madre. Di solito è possibile farlo premendo un tasto come DEL, F1, F10, o ESC durante l'auto test all'avvio (POST: Power-On Self-test). Il tasto di accesso cambia in base al sistema ed alla scheda madre. Se non risulta ovvio, si usi un motore di ricerca su Internet e si compiano alcune ricerche utilizzando il modello della scheda madre come parola chiave per la ricerca. I risultati saranno facili da valutare. Una volta all'interno del menu del firmware della scheda madre, modificare l'ordine di avvio in modo che i supporti di avvio esterni (dischi CD/DVD o unità USB) siano controllati prima dei dischi interni. Senza questa modifica, il sistema molto probabilmente si avvierà dal disco interno ignorando il supporto di avvio esterno.

Importante
Quando si installa Gentoo con l'intento di usare l'interfaccia UEFI anziché il BIOS, è raccomandato avviare fin da subito con UEFI. In caso contrario, potrebbe essere necessario creare un dispositivo USB (o altri supporti) avviabile con UEFI una volta terminata l'installazione di Gentoo Linux.

Se ancora non è stato fatto, assicurarsi che il supporto di installazione sia inserito o collegato al sistema e riavviare. Una schermata con una richiesta inerente la modalità di avvio dovrebbe mostrarsi. Qui, con Enter verrà avviato il supporto con le opzioni predefinite. Per avviare il supporto di installazione con delle opzioni di avvio personalizzate, specificare un kernel seguito dalle opzioni di avvio e poi premere Enter.

Nota
In all likelihood, the default gentoo kernel, as mentioned above, without specifying any of the optional parameters will work just fine. For boot troubleshooting and expert options, continue on with this section. Otherwise, just press Enter and skip ahead to Extra hardware configuration.

Alla schermata inerente la modalità di avvio, gli utenti possono visualizzare i kernel disponibili con F1 e le opzioni di avvio con F2. Se nessuna scelta viene effettuata entro 15 secondi (né la visualizzazione di informazioni, né l'utilizzo di un kernel), allora il supporto di installazione passerà ad avviare dal disco interno. Ciò permette alle installazioni di riavviarsi e provare il proprio ambiente installato senza dover rimuovere il CD dal lettore (la qual cosa è molto apprezzata nelle installazioni in remoto).

Riguardo la specificazione di un kernel. Sul supporto di installazione minimale sono disponibili solo due opzioni di avvio pre-impostate. L'opzione predefinita è gentoo. L'altra è la variante -nofb; questa disabilita il supporto al framebuffer del kernel.

La sezione seguente mostra una breve panoramica dei kernel disponibili con una loro descrizione:

Scelte del kernel

gentoo
Kernel predefinito con il supporto per le CPU K8 (incluso il supporto NUMA) e le CPU EM64T.
gentoo-nofb
Come la scelta gentoo ma senza il supporto al framebuffer.
memtest86
Test della RAM locale per verificare eventuali errori.

Insieme al kernel, le opzioni di avvio aiutano a definire ulteriormente il processo di avvio.

Opzioni hardware

acpi=on
Carica il supporto ACPI e comporta inoltre l'avvio del demone acpid dal CD. È necessario solo se il sistema richiede che ACPI funzioni correttamente. E non è necessario per avere il supporto all'hyperthreading.
acpi=off
Disabilita completamente ACPI. È utile in alcuni sistemi più datati ed è anche un requisito per l'utilizzo di APM. Ciò disabiliterà il supporto all'hyperthreading del processore.
console=X
Questa opzione imposta l'accesso al CD tramite console seriale. Il primo parametro riguarda il dispositivo, solitamente ttyS0 su x86, seguito da tutti i parametri di connessione da separare con virgole. I parametri predefiniti sono: 9600,8,n,1.
dmraid=X
Consente di passare dei parametri al sottosistema di mappatura del dispositivo RAID. I parametri devono essere racchiusi tra virgolette.
doapm
Carica il supporto al driver APM. Questo richiede anche l'opzione acpi=off.
dopcmcia
Carica il supporto per l'hardware PCMCIA e Cardbus e comporta anche il lancio, all'avvio da CD, del gestore della scheda pcmcia. Ciò è necessario soltanto quando si avvia dai dispositivi PCMCIA/Cardbus.
doscsi
Carica il supporto per la maggior parte dei controller SCSI. È anche un requisito per l'avvio di più dispositivi USB, in quanto utilizzano il sottosistema SCSI core.
sda=stroke
Consente all'utente di partizionare l'intero disco rigido, anche quando il BIOS non è in grado di gestire grandi dischi. Opzione utilizzata solo su vecchie macchine BIOS. Sostituire sda con il dispositivo che richiede questa opzione.
ide=nodma
Forza la disabilitazione di DMA nel kernel. È necessario per diversi chipset IDE ed anche alcuni drive CDROM. Se il sistema sta avendo problemi con la lettura da CDROM IDE, si provi questa opzione. Disattiva anche le impostazioni hdparm predefinite da eseguire.
noapic
Disattiva l'Advanced Programmed Interrupt Controller (APIC) presente sulle schede madri moderne. È noto che APIC causa qualche problema con l'hardware più vecchio.
nodetect
Disabilita tutti gli auto-rilevamenti eseguiti da CD, tra cui il rilevamento delle periferiche e il DHCP. Ciò è utile per fare il debug di un CD o un driver che falliscono.
nodhcp
Disattiva DHCP sulle schede di rete che sono state rilevate. È utile per le reti che utilizzano solo indirizzi IP statici.
nodmraid
Disattiva il supporto per il mappatore del dispositivo RAID, ad esempio quello utilizzato nei controller RAID IDE/SATA incorporati nella scheda di sistema.
nofirewire
Disattiva il caricamento dei moduli Firewire. Ciò dovrebbe essere necessario solo se l'hardware Firewire sta causando un problema durante l'avvio da CD.
nogpm
Disattiva il supporto gpm per il mouse sulla console.
nohotplug
Disattiva il caricamento degli script di avviamento hotplug e coldplug all'avvio. Ciò è utile per fare il debug di un CD o un driver che falliscono.
nokeymap
Disabilita la selezione della mappa tasti della tastiera per le tastiere non statunitensi (USA).
nolapic
Disabilita l'APIC locale sui kernel a singolo processore.
nosata
Disattiva il caricamento dei moduli Serial ATA. Questo viene utilizzato quando il sistema ha problemi con il sottosistema SATA.
nosmp
Disattiva SMP, o Multiprocessamento simmetrico, sui kernel con SMP abilitato. Ciò è utile per eseguire il debug di problemi relativi a SMP che sorgono con alcuni driver o schede madri.
nosound
Disattiva il supporto audio e le impostazioni del volume. È utile per i sistemi in cui il supporto audio causa problemi.
nousb
Disattiva il caricamento automatico dei moduli USB. È utile per fare il debug in caso di problemi con USB.
slowusb
Aggiunge alcune pause supplementari nel processo di avvio per i CDROM USB lenti, come sull'IBM BladeCenter.

Gestione dei volumi e dei dispositivi logici

dolvm
Abilita il supporto per la gestione dei volumi logici (LVM) su Linux.

Altre opzioni

debug
Abilita il codice di debug. Ciò può creare confusione perché mostra molti dati sullo schermo.
docache
Comporta la generazione sulla RAM di una cache per l'intera porzione di CD in via di esecuzione, ciò permette all'utente di smontare /mnt/cdrom e montare un altro CDROM. Questa opzione richiede almeno il doppio di capacità RAM rispetto alla dimensione del CD.
doload=X
Implica il caricamente sull'iniziale ramdisk di qualsiasi modulo elencato, come anche le sue dipendenze. Sostituire X con il nome del modulo. Moduli multipli si possono specificare separandoli con una virgola.
dosshd
Esegue sshd all'avvio, utile per le installazioni senza sorveglianza.
passwd=foo
Imposta ciò che viene dopo l'uguale come password di root, ciò è richiesto con dosshd poiché la password di root è offuscata per impostazione predefinita.
noload=X
Implica l'esclusione dall'iniziale ramdisk di un modulo specifico che potrebbe causare un problema. La sintassi è la stessa di doload.
nonfs
Disabilita l'esecuzione di portmap/nfsmount all'avvio.
nox
Su un LiveCD con X Window System (o X11 o X) non verrà automaticamente avviata l'interfaccia visuale X, ma passerà ad un'interfaccia a riga di comando.
scandelay
Inserisce una pausa di circa 10 secondi durante alcune parti del processo di avvio da CD, così da rendere possibile l'inizializzazione di certi dispositivi lenti e permettere che risultino pronti all'uso.
scandelay=X
Consente all'utente di specificare un ritardo personalizzato in secondi che viene aggiunto ad alcune parti del processo di avvio per consentire l'inizializzazione dei dispositivi lenti affinché risultino pronti all'uso. Sostituire X con il numero di secondi da aspettare durante la pausa.
Nota
I supporti di avvio controlleranno le opzioni no* prima delle opzioni do*, salvo questo, le opzioni saranno eventualmente sovrascritte in base all'ordine esatto con cui sono state specificate.

Ora si avvii il supporto di installazione, si selezioni un kernel (qualora il kernel predefinito gentoo non risulti soddisfacente) e le opzioni di avvio. A titolo di esempio, avviamo il kernel gentoo con dopcmcia come parametro per il kernel:

boot:gentoo dopcmcia

In seguito, l'utente è accolto da una schermata di avvio ed una barra di avanzamento. Se l'installazione viene eseguita su un sistema con una tastiera diversa da quella statunitense, assicurarsi di premere Alt+F1 il prima possibile per passare alla modalità dettagliata e soddisfare le richieste di istruzione. Se non viene effettuata alcuna scelta entro 10 secondi, sarà considerato il valore predefinito (tastiera statunitense) e la fase di avvio proseguirà. Una volta completato il processo di avvio, l'utente si ritroverà automaticamente nell'ambiente Gentoo Linux "Live" come utente root, il superutente. La console aperta sarà in attesa di comandi dall'utente root ed è possibile passare ad altre console premendo Alt+F2, Alt+F3 o Alt+F4. Per tornare alla prima console si prema Alt+F1.



Configurazione hardware extra

Quando il supporto di installazione viene avviato, vengono rilevati tutti i dispositivi hardware e caricati i moduli del kernel appropriati per supportare quell'hardware. Nella maggior parte dei casi fa un ottimo lavoro. Tuttavia, in alcuni casi, può non caricare automaticamente i moduli del kernel necessari al sistema. Se il rilevamento automatico delle periferiche PCI si perde qualche componente hardware, i moduli del kernel appropriati dovranno essere caricati manualmente.

Nel prossimo esempio viene caricato il modulo 8139too (che supporta certi tipi di interfacce di rete):

root #modprobe 8139too

Opzionale: Account utenti

Se altre persone hanno bisogno di accedere all'ambiente di installazione o c'è la necessità di avviare comandi come utenti non-root (ad esempio per chattare utilizzando irssi senza privilegi di root per ragioni di sicurezza), allora è necessario creare un account utente ed impostare una password di root complessa.

Per cambiare la password di root, usare il comando passwd:

root #passwd
New password: (Inserisci la nuova password)
Re-enter password: (Riscrivi la nuova password)

Per creare un account utente, prima si inseriscono le sue credenziali e poi la sua password. I comandi useradd e passwd servono per queste due operazioni.

Nel prossimo esempio, viene creato un utente chiamato "luca":

root #useradd -m -G users luca
root #passwd luca
New password: (Inserisci la password di Luca)
Re-enter password: (Riscrivi la password di Luca)

Per passare dall'attuale utente root a quello appena creato, usare il comando su:

root #su - luca

Opzionale: Consultare la documentazione durante l'installazione

Terminali

Per consultare la guida durante l'installazione, prima si crei un account utente come descritto sopra. Poi si prema Alt+F2 per passare ad un nuovo terminale.

Durante l'installazione, il comando links può essere usato per sfogliare la guida - naturalmente solo se la connessione Internet sta funzionando.

user $links https://wiki.gentoo.org/wiki/Handbook:X86/it

Per tornare al terminale di origine, premere Alt+F1.

Suggerimento
When booted to the Gentoo minimal or Gentoo admin environments, seven TTYs will be available. They can be switched by pressing Alt then a function key between F1-F7. It can be useful to switch to a new terminal when waiting for job to complete, to open documentation, etc.

GNU Screen

L'utilità Screen è preinstallata nel supporto di installazione ufficiale di Gentoo. Potrebbe risultare più efficiente per gli appassionati che hanno esperienza con Linux usare screen per visualizzare le istruzioni di installazione in più pannelli anziché con il metodo dei terminali multipli appena esposto.

Opzionale: Avviare il demone SSH

Per consentire ad altri utenti di accedere al sistema durante l'installazione (magari per essere aiutati durante l'installazione, o farsela fare a distanza), si deve creare un account utente (come descritto sopra) ed anche il processo SSH va avviato.

Per avviare il demone SSH su un init OpenRC, eseguire il comando seguente:

root #rc-service sshd start
Nota
Se gli utenti accedono al sistema, vedranno un messaggio che indica che è necessario confermare la chiave del computer host, attraverso la cosiddetta impronta digitale. Ciò è normale dato che si accede al sistema per la prima volta. Tuttavia, in seguito, quando il sistema sarà configurato e qualcuno accederà al sistema appena installato, il client SSH avviserà che il codice del computer host è cambiato. Ciò avviene perché l'utente che si connetterà dopo l'installazione di Gentoo, si troverà non più sull'ambiente di installazione, ma sul nuovo sistema appena installato. Seguire le istruzioni date per sostituire la chiave host sul sistema client.

Per poter usare sshd, la rete deve funzionare correttamente. Proseguire con il capitolo su come Configurare la rete.